Di seguito degli estratti dal testo "Il sito archeologico del Castello di Tegna: storia e risultati delle ricerche" Per leggere l'intero testo: https://unil.academia.edu/MattiaGillioz „Il contesto storico Al fine di cogliere la natura del sito archeologico del Castello di Tegna, è necessario fornire il contesto storico e archeologico nel quale esso è integrato. La breve panoramica che segue, descrive dunque le principali dinamiche storiche, gli avvenimenti più salienti e lo scenario archeologico che hanno interessato le terre dell’attuale Canton Ticino e del nord Italia durante la tarda antichità e l’Alto Medioevo. A partire dal III secolo d.C., la strategia difensiva romana evolve gradualmente verso un sistema basato sul controllo delle vie di comunicazione.“(…)L’edificazione di innumerevoli fortificazioni di piccole, medie e grandi dimensioni e, parallelamente, il rafforzamento delle difese dei centri urbani, vanno a costituire un apparato difensivo di profondità, distribuito capillarmente sul territorio. Alla fine del III secolo, il degradarsi della situazione sul limes renano e danubiano e l’abbandono degli Agri Decumates spinge l’élite imperiale a stabilire la capitale a Milano. La città diventa così il centro nevralgico delle operazioni militari a nord delle Alpi. La presenza della capitale porta nuova linfa all’economia di tutta la regione, che senza dubbio ospita ed è attraversata da un numero consistente di funzionari e militari. Nel 407, la situazione sul Reno precipita, catapultando improvvisamente la regione alpina e la Pianura Padana in prima linea. Le difese sul territorio, che fino a due decenni prima sono definite «barricate di legno»8 da Ambrogio di Milano, sono sostanzialmente rafforzate, agevolando il controllo dei passi alpini, delle vallate, ma anche della pianura. Strutture militari, queste, che sono probabilmente da associare al Tractus italiae circa alpes citato nella Notitia Dignitatum9, testo che data pro- babilmente dell’inizio del V secolo d.C." (…) „Le vie di comunicazione Come abbiamo accennato, l’apparato difensivo tardoantico schierato nelle regioni di frontiera poggia sul controllo delle vie di comunicazione. Vera e propria spina dorsale del sistema viario romano, i fiumi e i laghi prealpini sono integrati nella rete stradale grazie a importanti centri di rottura di carico quali gli insediamenti di Muralto e di Angera (VA). Tali approdi permettono il trasbordo di beni e persone ed il proseguimento del tragitto a nord verso i valichi alpini, e a sud, verso la Pianura Padana. La fioritura di questi due insediamenti a partire dal III secolo, infatti, coincide con l’acquisizione d’importanza dei passi alpini del comprensorio del Ticino, che era probabilmente preferito all’asse viario del Lario“. (…) "Le fortificazioni Nella zona centrale delle Alpi, parte del sistema di fortificazioni tardoantiche (castra, castrum al singolare) è stato portato alla luce negli ultimi decenni. La serie di indagini condotte tra il 1985 e il 2002 dal professor Gian Pietro Brogiolo nella regione del Lario e dell’Adda, come pure la ricerca decennale tra il lago di Garda e le Giudicarie trentine, hanno permesso di identificare un numero consistente di siti. Se la distribuzione sul territorio di queste opere militari è parzialmente nota, la loro cronologia, l’organizzazione generale del sistema e la sua gestione, permangono oscuri e necessitano di ulteriori indagini. Nella regione del bacino idrografico del Ticino, dove una parte consistente di informazioni dev’essere ancora studiata, si lamenta la parziale assenza di ricerche specifiche sul tema. Ciononostante, gli scavi e gli studi che hanno interessato i siti di Castelgrande di Bellinzona, di Castelseprio o del Monte Barro, fortificazioni coeve al Castello di Tegna, permettono di stilare un’analisi parziale della rete di castra presente su questo territorio. " (…) „Il vicus di Muralto
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